GIANNI DE TORA ALLA PARETE
La bottega artigiana dei Caiafa - che sorge in quella colorita zona che è Montesanto - ha oltre cent'anni. Qui, a migliaia, si sono avvicendati e si avvicendano pittori e studenti perché i Caiafa hanno sempre venduto colori, tavolozze, cavalletti, cornici, etc. Da oltre cent'anni, dunque, esiste questo sodalizio tra i Caiafa ed i pittori di Napoli. In questa bottega sono entrati anche i grandi maestri del1'800 che qui sostavano per ac- quistare pennelli, tubetti di colore e per parlare di arte con i proprietari del tempo. I Caiafa hanno, perciò, un grande amore per l'arte e per gli artisti.
Ora, Tonino Caiafa ha avuto una idea a dir poco lodevole. Vivendo in mezzo ai pittori ha voluto offrire a questi artisti un angolo o, meglio, una parete della propria bottega per la esposizione delle opere pittoriche dei medesimi. Ha così ammodernato gli ambienti ricavando spazi e luci per gli espositori. Si tratta di un esperimento intelligente, moderno e fuori d'ogni convenzione. « La Parete », quindi, non è una galleria ma solo un pretesto per mettere un fatto di cultura, quale la pittura, a contatto con il popolo e cioè, innanzi tutto, con coloro - e sono molti - i quali, per vari motivi, entrano in questa bottega.
Ha inaugurato la «parete », Gianni DE TORA e tale avvio è indicativo delle scelte di Tonino Caiafa e del mondo artistico che gravita intorno ad un gruppo di validi artisti interessati solo a portare la pittura su di un piano di più moderna lettura e interpretazione. Il tutto non disgiunto da una innata intelligenza ed eleganza compositiva e da un evidente gusto tonale. Il discorso pittorico di Gianni De Tora è racchiuso in costanti riferimenti geometrici: cerchi, quadrati, triangoli. La figurazione è evidenziata con un taglio sempre elegante e deciso ed è sorretta da strati di colore di grande effetto.
Due sono le componenti di questa pittura: un gran gusto coloristico e, principalmente, una concettualìtà evidente. Un gusto messo a servizio del racconto per cui un taglio rosso, ad esempio, che percorre l'intera tela, sovrastando la figurazione principale, è indicativo di una tensione che, in altri tempi, avrebbe richiesto tonalità numerose, sovraccariche e stucchevoli. Il concetto riflette la sistematica denuncia del pittore che, nei suoi tratti geometrizzanti, svolge tesi sociali che interessano sempre l'umanità. Si tratta, perciò, di una pittura di denuncia, polemica, inquieta ma sempre sensibile. De TORA denuncia la civiltà meccanizzata, la velocità, il sesso, la guerra, con tagli sintetici e definitivi e denuncia questi fatti in quanto prevaricano la libertà ed i sentimenti dell'uomo. Nelle tele di piccole dimensioni ci appare meno valido, meno fantasioso ed il ricordo è alquanto stanco. E ciò è comprensibile perché la tematica di DE TORA, affrontando problemi complessi, anela spazi consistenti.
Il dato distintivo di questa pittura, più che nella tecnica che, a ben vedere, ogni giovane pittore difensore della figurazione moderna può avere, risiede, come detto, nella concettualità dell'opera e, subito, nella sintesi appropriata
Questi verdi, questi rossi, questi viola, di per sé, sono sempre piacevoli ma è nella idea centrale, realizzata con forza e decisione, che si manifesta l'impronta dell'artista. Gianni DE TORA, con una trasfigurazione della realtà un po' fantastica o surreale, continua il suo intelligente discorso pittorico che sempre più manifesta una matrice di indubbio livello culturale.
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